Ibrahimovic ora finisce sotto accusa: “Come il cattivo Ronaldo”

La sconfitta nel derby apre il processo al Milan e anche Ibrahimovic finisce sotto accusa: lo svedese paragonato al “cattivo Ronaldo”

Due sconfitte consecutive, una vittoria che manca da tre partite considerando l’Europa League, un ritmo nel 2021 sicuramente non da zona Champions. Il Milan esce dal derby contro l’Inter con le ossa rotte. Il 3-0 subito dai cugini pesa sulla classifica e sul morale ed ora i rossoneri dovranno affrontare il primo vero momento di crisi della stagione. Tutto è ancora in ballo, scudetto compreso, ma la squadra di Pioli dovrà tornare a giocare con serenità per non venire travolta dal peso di una responsabilità ricaduta improvvisamente su un gruppo giovane.

Il Milan non doveva vincere lo scudetto quest’anno, ma dopo essere stato in testa per tutto l’anno, ora il tricolore non può che essere un obiettivo. Lo è ancora di più la zona Champions e il rischio di venire risucchiati nel gruppone non fa dormire sonni tranquilli ai rossoneri. Serve la svolta, partendo dalla Stella Rossa giovedì in Europa League. Serve la svolta e per ottenerla serve che Ibrahimovic torni a fare l’Ibra.

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Ibrahimovic e Lukaku vicini
Ibrahimovic e Lukaku (Getty Images)

Milan, Sconcerti su Ibrahimovic: “Grande limite”

L’attaccante svedese, invece, nelle ultime uscite non ha inciso come da abitudine. Lo scrive anche Mario Sconcerti sul ‘Corriere della Sera’ in cui analizza il momento difficile del Milan. Il giornalista parla di un Ibra che non “porta la solita mano”. Un attaccante a segno “in 2 sole partite delle ultime 7 di campionato” e che “ha la stessa cadenza del cattivo Ronaldo attuale”.

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I due campioni, accomunati dall’immensa classe e l’età avanzata, ma anche da un periodo di grande appannamento e Sconcerti li paragona. Male Ibrahimovic, come male Ronaldo e a dirlo sono anche i numeri: Ibrahimovic, assenze comprese, ha segnato solo contro Cagliari e Crotone nelle ultime 15 partite. “Nessuna colpa, solo un limite grande” scrive il giornalista. Un limite che ha fatto scendere il Milan al secondo posto, staccato di quattro punti dall’Inter. Nulla ancora di compromesso, a patto che Ibrahimovic torni re Zlatan e trascini i rossoneri fuori dalle sabbie mobili.