Juve-Napoli arriva tardi: Andrea Agnelli ha già fallito

Juve-Napoli arriva dopo l’incontro Agnelli-Allegri: la strategia del nuovo Guardiola è già fallita, il rampollo ora ha paura

«Il presidente Agnelli mi aveva avvertito dell’incontro con Allegri, sono cose che succedono nel calcio. Siamo professionisti, ma c’è anche un rapporto di amicizia: per questo ci diciamo tutte le cose che succedono. Io sono al corrente della sua fiducia, mi dà grande serenità su questo. Poi, i risultati cambiano il lavoro degli allenatori, starà a me fare in modo che io possa allenare la Juventus anche l’anno prossimo». La pezza, se è possibile, è peggio del buco: in conferenza, Andrea Pirlo ha dichiarato il fallimento del progetto del suo presidente.

Pirlo non ha parlato di un incontro casuale. Anzi: ha specificato che toccherà a solo a lui dimostrare ad Agnelli che merita la Juve. A poche ore dalla gara che vale mezza stagione, il tecnico della Juventus parte dalla consapevolezza che c’è molto più di un’ombra sul suo futuro, perché Allegri è stato incontrato per esser proiettato nel presente bianconero. Insomma, alla vigilia della partita con il Napoli, Pirlo ha ben chiaro che è già fuori. Che solo un’escalation di risultati positivi potrebbe consentirgli di recuperare il credito depauperato.

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Andrea Pirlo in campo
Andrea Pirlo (Getty Images)

Non ha fallito Pirlo, ma solo l’idea di Agnelli

Eppure, scaricare le colpe su Pirlo è troppo facile. Pensateci un attimo: siete appena diventati allenatori, vi chiama la Juve, che fate? “No grazie, sai sono ancora inesperto”. Nessuno avrebbe dato questa risposta, non prendiamoci in giro. Ma, dopo le imposizioni dall’alto di Allegri e Sarri, Agnelli si è sentito pronto per mostrare al mondo che può fare da solo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Il fallimento non è di Pirlo: è solo di Agnelli. L’incontro con Allegri certifica come il rampollo abbia paura, senza Champions è una catastrofe economica e non solo. Ci dovrebbe esser un ridimensionamento importante, finora i successi in Italia hanno coperto le coperture. Perché senza importanti tamponi della cassaforte di famiglia, si potrebbe parlare di bilanci da profondo rosso nella gestione Agnelli. Così, consapevole delle possibili conseguenze, Agnelli ha cercato lo scatto verso l’usato sicuro. Così da dire: non mi penalizzate, non toglietemi forza e potere. Anche se sbaglio, so come compensare. Piuttosto facile così.

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Agnelli, al netto di come finirà con il Napoli e di come terminerà la stagione, avrebbe dovuto avere l’eleganza di difendere la sua scelta. Senza far trapelare l’incontro con Allegri, quanto meno facendolo smentire con fermezza, anche con la consapevolezza di dire una bugia. Non sarebbe la prima volta nella storia del calcio.

Invece, Agnelli sta mandando al mattatoio l’uomo che ha scelto: se tu sbagli, io ho già pronto chi cancellerà il tuo ricordo da tecnico. Brutta storia, soprattutto perché l’incontro con Allegri, fatto senza Paratici e Nedved, ovvero coloro che hanno sponsorizzato l’idea Sarri e voluto l’addio proprio di Allegri, mette i due dirigenti in una posizione piuttosto scomoda.

Insomma, il rampollo di casa Agnelli, nel suo voler esser protagonista sta collezionando errori e cerca riparo nell’usato sicuro. Sta di fatto, che da Ronaldo a Pirlo, tutte le scelte che hanno il forte imprimatur di patron Andrea si sono rivelate molto costose e poco soddisfacenti.