Il giudice sportivo multa Gasperini ma non Paratici

L’immagine del direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici che a fine primo tempo arriva in campo per lamentarsi con l’arbitro sulla mancata assegnazione dei minuti di recupero ha fatto il giro del mondo.

La scena ha fatto infuriare anche il direttore generale dell’Udinese Pierpaolo Marino che ha denunciato il momento ai microfoni di Sky nel post-partita.

Marino è stato duro, ha parlato di scene che appartengono al calcio del passato.

Paratici è recidivo, si è reso protagonista di tali situazioni anche in altre gara ma, nonostante questo quadro della situazione, il giudice sportivo non ha previsto per il dirigente bianconero alcuna sanzione.

Chissà se e cosa avrà scritto Chiffi nel referto per portare il giudice sportivo a non intervenire. Appare sicuramente una scelta strana, considerando che ci sono altri provvedimenti di natura disciplinare.

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Gasperini segue Sassuolo-Atalanta
Giampiero Gasperini (Getty Images)

La Procura Federale rileva le infrazioni di Gasperini, dov’è per Paratici?

Gasperini dovrà pagare un’ammenda di 5000 euro per le tensioni durante Sassuolo-Atalanta.

Il giudice sportivo racconta che la Procura Federale ha rilevato le sue infrazioni.

Dopo l’assegnazione del calcio di rigore al Sassuolo, Gasperini ha preso a calci una sedia posta vicina alla propria panchina ed insultato delle persone riconducibili alla società avversaria che l’avevano provocato.

Il nervosismo è parso evidente anche nel post-gara, quando Gasperini ha parlato di episodi molto frequenti nelle ultime settimane.

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Non è l’unico provvedimento di Sassuolo-Atalanta, il preparatore dei portieri Giorgio Bianco, dopo il rigore assegnato ai nerazzurri con espulsione di Marlon, è stato espulso. Il giudice sportivo, vista la veemenza delle proteste, gli ha inflitto due giornate di squalifica.

È giusto che chi sbaglia paga ma ci chiediamo dov’erano i commissari di Lega, gli ispettori della Procura Federale quando Paratici, nell’intervallo di Udinese-Juventus, parlava con l’arbitro in un posto in cui non poteva stare.

Per la lotta Champions e salvezza ci sarà una battaglia punto a punto, il calcio italiano deve porsi l’obbligo morale di garantire che tutto avvenga con trasparenza e nel rispetto delle regole.

È una questione di credibilità, una risorsa fondamentale per un sistema che deve fronteggiare una crisi dalla portata storica a causa della pandemia.