Caro Spalletti, questi fantasmi lasciali ad Eduardo

La prima sconfitta stagionale del Napoli può tradursi in maggiore carica: oppure, nei fantasmi che ritornano

“Non è vero! I fantasmi non esistono, li abbiamo creati noi, siamo noi i fantasmi…”: chissà se nel già nel lontano 1945, l’immenso Eduardo De Filippo aveva anche preconizzato la Napoli calcistica, mentre scriveva e metteva in scena ‘Questi Fantasmi’, una delle sue opere più celebri. Perché la sensazione è proprio questa: i fantasmi non sono i russi condotti al ‘Maradona’ dal vento gelido dell’est, ma quelli che il Napoli, da 3 anni a questa parte, continua a creare, come ologrammi sempre più perfidi. Con Ancelotti e con Gattuso, la sequela degli psicodrammi in salsa partenopea ha avuto il suo apogeo nell’ormai celeberrimo Napoli-Verona, con la rete di Faraoni che regalava alla Juventus un’insperata qualificazione in Champions. Le prime sette partite stagionali sembravano aver cancellato questi fantasmi dalla mente dei giocatori del Napoli, sembrava una vita nuova, quasi impensabile dopo le tribolazioni dei mesi scorsi.

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Elmas e Promes in campo
Elmas e Promes (Getty Images)

Napoli, convinciti: i fantasmi non esistono

La prima sconfitta stagionale era qualcosa di inevitabile. Solo qualche incallito sognatore poteva immaginare un Napoli reduce dall’annata appena andata in archivio potesse avere la solidità per rinviare sine die il suo primo ko.

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La domanda che, ora, invece è lecito porsi è legata alla tenuta della squadra. Molte volte, da ambienti romani, si sussurra come Spalletti sia uomo di fantasmi: un allenatore straordinario che però vede un po’ troppe ombre. Ed è come un filo rosso psicologico quello che collega Spalletti alla sua squadra. Perché calciatori capaci di gare straordinarie possono perdersi, come Koulibaly, in momenti di mezza follia calcistica, dopo una gara praticamente perfetta.

La Fiorentina svelerà subito se i fantasmi esistono o meno. Perché se la risposta, anche senza tradursi in un successo, sarà quella di un gruppo di uomini che tra campo e panchina credono solo nel loro lavoro, allora la stagione del Napoli potrà essere esaltante. Se si inizierà a credere ad altro, allora i fantasmi potranno divenire indesiderati coprotagonisti dell’annata azzurra.