Italia, doccia fredda per Mancini: doppia beffa in vista dell’Argentina

L’Italia continua a non attraversare un grande periodo di forma e anche gli azzurri in giro per l’Europa inciampano. Ecco la doppia beffa che fa gelare Mancini.

L’eliminazione dal prossimo Mondiale pesa come un macigno. Anche perché mancare alla competizione di Qatar 2022, da campione d’Europa, è una beffa troppo grossa da poter digerire facilmente.

Mancini in panchina
Mancini (LaPresse)

Lo sa bene Mancini e lo sa bene la sua Italia. La Nazionale azzurra adesso è chiamata ad alzarsi e a farlo in fretta, per poter ripartire da un nuovo ciclo. Un ciclo che avrà tanti volti noti nel proprio organico, al fianco di alcuni insoliti ed inediti pronti a giocarsi le proprie carte.

Al centro del progetto azzurro, però, restano soprattutto i due parigini Donnarumma e Verratti. Entrambi sono stati tra i grandissimi protagonisti dell’Europeo vinto, seppur un’annata poco felice al Paris Saint-Germain.

Donnarumma si dispera
Donnarumma (LaPresse)

Italia, notte da dimenticare per Donnarumma e Verratti: anche Mancini mastica amaro

Da pilastri dell’Italia vincitrice a Wembley, a motivi di dubbio e interrogativi con la maglia del PSG. La stagione di Donnarumma e Verratti è stata tutt’altro che da incorniciare, tra eliminazione in Champions League (e coppa nazionale) con il club transalpino e l’eliminazione con gli azzurri dal Mondiale.

E questa sera, la crisi non ha cessato di placarsi. Soprattutto per il portiere campano, artefice di un’altra incertezza che ha guastato ulteriormente il suo finale di stagione e il suo rapporto con la piazza di Parigi. Nel 3-3 con lo Strasburgo, infatti, prima Donnarumma ha bucato un facile intervento sul primo palo, poi Verratti ha dato il la al pareggio finale, con un goffo autogol nel corso del secondo tempo.

Due brutte notizie ed una doppia beffa per Roberto Mancini, che sarà chiamato a lavorare molto sulla testa dei suoi due pilastri in vista della sfida con l’Argentina. Una gara dove l’Italia si giocherà una buona fetta di orgoglio (e di prestigio) dopo la brutta eliminazione con la Macedonia del Nord.