Ultim’ora ufficiale, lascia il calcio: si ritira, c’è l’annuncio

Il calcio italiano perde uno dei suoi protagonisti, costretto al ritiro ancora in giovane età: ecco l’annuncio ufficiale.

La storia del calcio è ricca di storie, in alcuni casi tristi e che lasciano l’amaro in bocca. Quelle che hanno come protagonisti giovani promesse incapaci di esprimere a pieno il loro potenziale, a volte a causa di una serie di problemi fisici che finiscono per condizionarne la crescita e a sancirne il ritiro precoce.

Calcio ritiro Santon Cristiano Ronaldo
Davide Santon sfida Cristiano Ronaldo (LaPresse)

È questo il caso di Davide Santon, un tempo giovane promessa della nostra Serie A e nel corso delle ultime stagioni diventato una comparsa alla Roma. Durante questa estate il suo nome è stato spesso al centro di numerose notizie di calciomercato, dato che dopo essersi svincolato dal club giallorosso sembrava poter ripartire con altre squadre.

Invece è arrivato il ritiro. Amaro, a soli 31 anni, una scelta consapevole quanto obbligata. Un momento che l’ormai ex terzino, oltre 150 presenze in Serie A e 82 in Premier League, 8 gare con l’Italia, ha raccontato in un’intervista esclusiva a TuttoMercatoWeb.

Davide Santon Roma calcio
Davide Santon (LaPresse)

Santon, amaro addio al calcio: “Il mio fisico ha detto basta”

La scorsa estate, con l’arrivo alla Roma di José Mourinho, sembrava che Santon potesse tornare protagonista dopo due stagioni vissute da comparsa. Era stato lo Special One, del resto, a lanciarlo giovanissimo all’Inter e a spendere parole importanti per lui.

Così non è stato però, anche a causa dei continui problemi fisici che già lo avevano frenato con Fonseca: “Ho passato un controllo fisico dietro l’altro ma non c’è stato niente da fare. Posso ancora camminare normalmente, ma per fare il calciatore serve altro”.

L’ex terzino racconta la sua odissea: “Non mi sono mai operato al ginocchio sinistro, ma ormai è andato. Quello destro è stato sottoposto a tre interventi chirurgici. Non è bastato, al minimo sforzo mi devo fermare. In Serie A bisogna spingere, se lo faccio gioco una gara e ne devo saltare cinque”.

Il ritiro è anche questione di orgoglio: “Mi dicevano che rubavo i soldi, ma la verità è che non passavo le visite mediche con altri club. C’erano alcune offerte, ma il calcio è divertimento per me, e negli ultimi anni era sofferenza. Mi sono adeguato a giocare con la paura, ma non può essere così.”

Da qui la decisione: “Se devo giocare con la paura meglio non farlo. Non vorrei ritirarmi, ma devo farlo. Volevo giocare e divertirmi, non mi aspettavo un finale così. Adesso non so cosa farò in futuro, non ho pianificato niente.”

Impossibile farlo del resto per chi ha sempre vissuto pensando solo al pallone: “È arrivato tutto all’improvviso: sono andato via di casa a 14 anni, ho fatto tanti sacrifici. Poi un giorno ti svegli e non puoi più allenarti. Non so se resterò nel mondo del calcio oppure no.”