Il Mondiale non è più una questione tra Europa e Sudamerica?

Diverse sorprese in questa prima fase del Mondiale. Spiccano le cadute di ‘nobili’ europee e sudamericane. Cambia la geografia del calcio.

Nel Mondiale del 1982 le 12 qualificate dopo la prima fase a gironi furono tutte squadre europee e latinoamericane. Nel 1986 fece invece scalpore il Marocco che, nel gruppo F mise dietro Inghilterra, Polonia e Portogallo.

Giappone ai Mondiali
Il Giappone che in questa prima fase ha battuto Spagna e Germania (LaPresse) SerieANews.com

Il cammino della nazionale maghrebina si concluse poi contro la medaglia d’argento Germania Ovest. Da allora le sorprese di squadre non europee e non latinoamericane, ossia sudamericane più Messico, non sono mancate: basti pensare al Camerun di Roger Milla ad Italia ’90 o alla Corea del Sud che, pur se tra mille polemiche, nel Mondiale di casa ottenne il quarto posto.

Fino ad arrivare ad oggi dove, dopo che il Mondiale per la prima volta ha fatto tappa in Medio Oriente, su 8 gruppi ben 6 hanno visto una squadra non europea e non latinoamericana qualificarsi. Con soprese e scalpi eccellenti. Come il Marocco che manda a casa il canto del cigno della generazione dorata del Belgio o il Giappone capace battere Spagna e Germania, ma soprattutto far fuori questi ultimi. Gente che ha vinto 4 mondiali, per capirci.

Corea del Sud
Corea del Sud che oggi ha battuto il Portogallo (LaPresse) SerieANews.com

Mondiali, una competizione sempre più aperta ad Asia ed Africa

La geografia del calcio sta cambiando. Ormai la differenza di tasso tecnico tra le nazionali europee e sudamericane da un lato e quelle del resto del mondo dall’altro si sono assottigliate. Germania, Belgio, Uruguay, Messico tornano a casa. L’Arabia Saudita vince contro l’Argentina di Messi, la Corea del Sud contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo e il Camerun contro il Brasile di Neymar.

Da anni ormai i migliori prospetti africani giocano stabilmente titolari nei top club europei e ultimamente gli osservatori del Vecchio Continente si sono aperti anche al mercato asiatico. I tecnici europei non vanno più solo a svernare in Medio Oriente o in Africa e queste stesse federazioni stanno producendo Commissari Tecnici che hanno avuto grande esperienza come calciatori nelle nostre Liga, Serie A, Premier League.

La FIFA si adegua. Se nel 1994 l’Europa su 24 squadre partecipanti occupava 13 posti (più del 50%), adesso con 32 partecipanti l’Europa ne occupa sempre 13. E nell’allargamento del numero di partecipanti a 48 la UEFA guadagnerà si 3 posti, ma su 55 federazioni. L’AFC aumenterà anch’essa le sue qualificate di 3, ma su 46 federazioni. La CAF invece, con lo stesso numero di federazioni dell’UEFA, raddoppierà quasi il numero di partecipanti: da 5 a 9. Un Mondiale che già adesso sta rivelando molte soprese tra Africa e Asia. E le cose nel prossimo futuro potrebbero continuare su questa falsariga. E magari presto arrivare anche il momento in cui una squadra non europea e non sudamericana alzerà la coppa. Forse già in Qatar?