Ci sarebbe una soluzione perfetta per risolvere un problema annoso dello stadio di Napoli, ma purtroppo è bloccata. Per ora…
Sono stato di recente allo stadio Maradona di Napoli e, diciamocelo, parcheggiare lì è un autentico delirio. Auto parcheggiate ovunque, spesso anche in divieto di sosta, file interminabili e caos totale. I parcheggi privati nei dintorni, poi, lucrano senza pietà, con tariffe che possono arrivare fino a 35 euro per poche ore di partita.
È frustrante, soprattutto considerando che la zona di Fuorigrotta non offre grandi alternative per lasciare l’auto in modo comodo e sicuro. Mentre ne parlavo con un amico napoletano, mi ha raccontato di un parcheggio sotterraneo proprio sotto lo stadio, costruito ai tempi dei Mondiali di Italia ’90, che potrebbe ospitare quasi 1000 automobili. Una notizia che ha subito catturato la mia curiosità. Ho deciso di indagare e quello che ho scoperto è davvero sorprendente.
Nel 1990, durante i lavori di ristrutturazione per i Mondiali, venne costruito un parcheggio sotterraneo sotto lo stadio (allora noto come San Paolo), con una capacità (potenziale) di circa 250 posti auto. Si accedeva dal Sottopasso Claudio, grazie a gallerie collegate direttamente all’impianto sportivo. Un’opera pensata per risolvere almeno in parte il problema del traffico nei giorni delle partite. Ma, incredibilmente, questa struttura non è mai stata inaugurata.
Il motivo? Normative sulla sicurezza. Dopo la realizzazione, nel 1994 subentrò il Decreto Legislativo 626, che stabiliva un’altezza minima di 2,4 metri per i parcheggi pubblici (ridotta a 2 metri in alcuni casi). Il soffitto del parcheggio del Maradona, però, non rispettava questi requisiti. Nonostante fosse stato completato prima dell’introduzione della normativa, non fu possibile concedere deroghe perché destinato a un uso pubblico.
Per oltre 30 anni, questo parcheggio è rimasto inutilizzato e abbandonato. All’interno sono stati trovati segni di atti vandalici e perfino di presunti riti satanici. Nel frattempo, però, il problema della viabilità attorno al Maradona è rimasto irrisolto, con disagi sia per i tifosi che per i residenti della zona.
Parcheggio allo stadio e via Cerlone: due soluzioni per risolvere il problema parcheggio al Maradona
Eppure, questa struttura potrebbe rappresentare una svolta per il quartiere. Con alcuni interventi di adeguamento – come l’innalzamento del soffitto, il rifacimento dell’impianto anti-incendio e un nuovo collaudo – il parcheggio potrebbe tornare a nuova vita. Certo, i costi non sarebbero indifferenti, ma considerando i benefici in termini di viabilità e potenziali entrate per le casse comunali, potrebbe valerne la pena.
La questione è ora all’attenzione del Comune di Napoli, con le commissioni Sport e Infrastrutture impegnate a valutare la fattibilità del progetto. Secondo i consiglieri, recuperare i 180 posti auto del parcheggio sotterraneo (e poi adeguare la capienza a 250, con poche modifiche) sarebbe un primo passo importante, anche se non sufficiente per gestire le migliaia di spettatori che ogni settimana affollano lo stadio.
Nel frattempo, si stanno vagliando anche altre soluzioni. Ad esempio, la costruzione di un nuovo parcheggio interrato in via Cerlone, nei pressi della stazione EAV, con una capacità di 345 posti auto. Un progetto ambizioso ma ancora lontano dalla realizzazione. Si parla anche di un altro possibile parcheggio sotto il settore Distinti, dove già esiste un’area di sosta delimitata dalle strisce blu.
Immagina un futuro in cui andare al Maradona non significhi più stressarsi per trovare un posto auto. Questi parcheggi sotterranei potrebbero essere una risorsa preziosa per migliorare l’organizzazione del traffico e ridurre il caos nelle strade attorno allo stadio. Certo, non risolverebbero tutti i problemi, ma rappresenterebbero un segnale di attenzione verso i cittadini e i tifosi.
Quello che resta da capire è se il Comune avrà la volontà (e le risorse) di investire in un progetto che per troppo tempo è stato lasciato nel dimenticatoio. Forse è arrivato il momento di ridare vita a questa infrastruttura e regalare a Napoli uno stadio che non sia solo il tempio del calcio, ma anche un esempio di efficienza e sostenibilità.