In casa bianconera recupero importante dell’attaccante in vista della gara contro la Lazio: tiene banco intanto il futuro, arriva la svolta
“Vlahovic sta bene”. Bastano queste tre parole di Igor Tudor per riaccendere l’attenzione su un giocatore che, nonostante le tante ombre stagionali, resta un punto focale nel destino della Juventus. L’attaccante serbo è stato infatti convocato per Lazio-Juve, match chiave per la corsa alla Champions, in programma oggi alle 18.
Ma non partirà dall’inizio. L’idea di Tudor è quella di confermare Kolo Muani – più in forma e continuo nelle ultime uscite – e tenere Vlahovic pronto a subentrare a gara in corso. D’altronde, l’infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori per diverse settimane non è un dettaglio trascurabile, così come il fatto che il feeling con Motta non sia mai davvero nato. Ora, con Tudor, qualcosa sembra cambiato… ma il tempo stringe.
Le ultime partite con la maglia della Juventus?
Già, perché questa non è solo la fase finale della stagione, ma potrebbe esserlo anche dell’avventura bianconera di Dusan. Il suo contratto con la Juventus scade nel giugno 2026, ma le strade tra club e giocatore sembrano destinate a dividersi molto prima. A pesare, è il nodo economico.

L’ultimo anno di contratto garantirebbe al serbo quasi 12 milioni di euro netti a stagione, una cifra fuori scala per una società che ha intrapreso da tempo una politica di riduzione del monte ingaggi. E al momento, di rinnovo non se ne parla. Anzi, i segnali vanno nella direzione opposta.
Tre offerte di rinnovo rifiutate: Juve, i motivi del no di Vlahovic
La Juventus ha provato a trattare. Non una, ma ben tre volte. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, al giocatore sarebbero state sottoposte tre diverse proposte di rinnovo: tutte prevedevano una spalmatura dell’ingaggio e una riduzione sostanziale dello stipendio. Nulla da fare.
Vlahovic non ha mai dato apertura, rifiutando ogni formula proposta, anche quella più “soft” da 8-9 milioni a stagione. Un muro contro muro che, con l’avvicinarsi dell’estate, sembra sempre più insostenibile. Perché se un accordo non si trova, l’unica via resta la cessione. E in tempi brevi.
Via in estate? La Juve fissa il prezzo e sogna Osimhen (ma non solo)
Con il contratto in scadenza nel 2026 e senza margini per il prolungamento, la Juventus è costretta a considerare la cessione. Il prezzo fissato si aggira sui 50 milioni di euro, una cifra che può attirare diverse big europee, specie in Premier League. L’Arsenal resta una possibile opzione, ma occhio anche al Bayern Monaco e al PSG, che monitora da lontano.
Intanto, Giuntoli pensa già al dopo-Vlahovic. Il sogno proibito resta Victor Osimhen, che però ha un prezzo fuori portata. Più abbordabili sono i profili di Hojlund – vecchio pallino della dirigenza – e Zirkzee, protagonista con il Bologna nella scorsa stagione prima di passare al Manchester United e disputare una stagione non all’altezza.
L’idea è chiara: monetizzare dalla cessione di Vlahovic e ripartire con un centravanti giovane, dinamico, sostenibile a livello salariale. Ma siamo sicuri che lasciarlo andare sia la scelta giusta? Vlahovic, con tutti i suoi alti e bassi, resta uno dei pochi centravanti classe ’00 capaci di incidere in Serie A.
L’impressione, però, è che il destino sia già segnato. E chissà che oggi, entrando dalla panchina contro la Lazio, non possa lasciare un ultimo segno, magari decisivo, in una stagione che rischia di essere l’ultima con quella maglia addosso.