Atalanta, gioiello Sulemana: la cifra pagata vi farà ridere

Sembrava solo un colpo tattico, uno di quelli da coprire una casella. Ma qualcosa è cambiato, in campo e fuori. In pochi giorni si è preso tutto: fiducia, spazio, e anche un po’ di poesia. La cifra fa ridere, ma il giocatore è tremendamente serio

Ibrahim Sulemana dell'Atalanta esulta dopo un gol
Atalanta, gioiello Sulemana: la cifra pagata vi farà ridere (LaPresse) – serieanews.com

Lì per lì sembrava uno di quei gol buoni per far partire un’onda emotiva. Bello, pesante, in una serata in cui tutto pesava più del solito. Ma a Bergamo, ormai, non ci si accontenta più delle sensazioni: si cercano conferme. E quando quelle arrivano, così, a distanza di pochi giorni, con un’altra perla ancora più bella della prima, allora il discorso cambia. Cambia il modo di guardare un giocatore. E, soprattutto, cambia il modo di raccontare una storia.

Per trovare l’origine di questo colpo serviva tornare a qualche anno fa, quando Tony D’Amico lo scova in Ghana e decide di portarlo in Italia, al Verona. Giocava a piedi nudi, dicono. Forse è leggenda, ma rende bene l’idea. Arrivato da svincolato, Sulemana ha fatto la trafila della Primavera, senza mai chiedere scorciatoie. Poi la Serie A, il Cagliari, e infine l’Atalanta. Un percorso senza lustrini, senza hype, ma con un filo conduttore ben preciso: la fiducia nel lavoro.

Ibrahim Sulemana era uno di quei nomi che passano quasi inosservati quando vengono annunciati. Profilo basso, poca esposizione mediatica, curriculum fatto di lavoro e panchine. Gasperini non è uno che regala minuti. E Sulemana lo sapeva. Ha passato quasi tutta la stagione in panchina, a guardare, studiare, mordere il freno: 6 presenze per 124 minuti totali prima di queste ultime due.

Avrebbe potuto chiedere di andare via a gennaio, e qualcuno a dire il vero lo suggeriva pure. Ma lui no. È rimasto. A testa bassa. Perché ogni tanto esistono ancora i giocatori che aspettano il proprio turno senza fare rumore.

L’Atalanta si gode Sulemana: a conti fatti l’ha pagato pochissimo

Ora l’Atalanta si ritrova tra le mani un centrocampista completo, moderno, e già svezzato. Uno che ha gamba, ma anche lettura. Che sa rompere il gioco, ma anche inserirsi. Che non si perde in fronzoli, ma quando serve tira fuori colpi che bucano le partite. Quando l’ha preso dal Cagliari, pochi ci hanno fatto caso. Anche perché nell’affare erano coinvolti altri nomi: Zortea, valutato 5,5 milioni, e Piccoli, partito in prestito oneroso per il valore di circa un milione.

Ibrahim Sulemana dell'Atalanta sorride a fine partita
L’Atalanta si gode Sulemana: a conti fatti l’ha pagato pochissimo (LaPresse) – serieanews.com

A conti fatti, per avere Sulemana la Dea ha messo sul tavolo poco più di un milione netto. Avete capito bene: un milione. In un calcio in cui si sborsano cifre indecenti per mezzi tocchi di palla e qualche highlights ben montato su Instagram, la cosa fa quasi ridere. Ma solo fino a un certo punto.

Perché nel frattempo, Sulemana ha cambiato tutto. Ha messo la firma su un gol che vale la Champions, contro la Roma. E poi ha deciso di non fermarsi. Perché chi ha aspettato mesi per una chance non si ferma certo alla prima copertina. Contro il Genoa, altro giro, altra meraviglia: un tiro sotto l’incrocio che non è frutto del caso, ma del lavoro. Di quello vero. E ora Ibrahim rischia di diventare un altro pezzo di gioielleria di quella squadra “da sceicchi” che è l’Atalanta di Gasperini. Vedrete.

Due partite, due gol pesanti. Non è solo una questione di numeri, è la fotografia di un’identità che si è formata piano piano, senza riflettori. E che adesso chiede solo una cosa: spazio. Sulemana se lo sta prendendo da solo. Con una dignità calcistica che oggi vale molto più del prezzo d’acquisto.

L’ironia sta tutta lì: doveva essere una pedina marginale, è diventato una colonna. Doveva essere un colpo di contorno, è diventato un colpo di genio.

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