Non serviva un motivo per amarlo, ma ne ha regalati due in una sera sola. Pedro conquista Napoli senza nemmeno giocare al Maradona. Insegue un record, ma intanto riscrive un finale di campionato
Il Napoli è a +1 sull’Inter all’ultima giornata di campionato: gli basterà battere il Cagliari per laurearsi campione d’Italia. In teoria, dovrebbe essere una festa lunga una settimana, con cori per Antonio Conte, striscioni per McTominay, Lukaku e compagnia cantante.
E invece no. A Napoli, oggi, si parla più di Pedro che degli stessi calciatori azzurri. Sui social è tutto un fiorire di video con la faccia dello spagnolo e, sotto, l’inconfondibile voce di Raffaella Carrà: “Pedro, Pedro, Pedro, Pedro…”. La nuova colonna sonora del sogno scudetto.
Non gioca al Maradona, non veste la maglia del Napoli e non ha mai fatto parte della storia del club. Ma Pedro ha fatto qualcosa che, in certi momenti della stagione, vale più di cento gol segnati per dovere: ha segnato per passione. Due volte. In faccia all’Inter. All’Olimpico. In una partita che la Lazio giocava quasi per onor di firma, mentre l’Inter si giocava la vita. Una doppietta che ha congelato San Siro, ridato ossigeno a Napoli e spostato l’inerzia di uno scudetto che sembrava già disegnato a tinte nerazzurre.
Pedro entra, cambia la partita, ribalta l’umore di un’intera città a centinaia di chilometri di distanza e si prende il cuore dei tifosi partenopei senza nemmeno chiederlo.
Pedro e quel record da agguantare: l’over 37 più prolifico d’Europa
A quasi 38 anni, Pedro gioca con la leggerezza di un ragazzino e la lucidità di chi sa bene cosa serve per incidere. Non ha più lo scatto dei tempi d’oro, ma ha il tempismo. Non ha bisogno di 90 minuti: gli bastano pochi tocchi, due lampi, una manciata di minuti per diventare l’uomo decisivo. Peccato che forse non basterà per la corsa Champions della Lazio, ma di certo non sarà colpa sua.
La Lazio ne ha beneficiato più volte, ma è nell’ultima giornata che si è capito davvero quanto il suo peso specifico sia ancora fuori scala. E se qualcuno pensava che fosse arrivato in Serie A solo per farsi una pensione di lusso, forse è il momento di rivedere le proprie convinzioni.
Oltre al clamore del momento, Pedro si sta giocando anche un traguardo molto meno mediatico ma decisamente affascinante: è in corsa per diventare l’over 37 con la miglior media gol/minuti giocati in Europa. Un gol ogni 146 minuti.
Davanti a lui, al momento, solo Christian Stuani del Girona, vecchia conoscenza del nostro calcio, con un gol ogni 124’. Per dire, Lewandowski ne ha segnato uno ogni 139’, sicuramente con numeri diversi (e da extraterrestre). Ma Lewa ne ha 36, quindi non rientra in questa speciale classifica.
Dietro, nella stessa classifica dei veterani-bomber, ci sono Edin Dzeko (151’), Iago Aspas (190’) e Jamie Vardy (290’). Con un altro gol — o magari un’altra doppietta, chi lo sa — all’ultima giornata, Pedro potrebbe avvicinarsi allo stupefacente primato di Stuani. Un record che non finirà negli almanacchi ufficiali, ma che dice tanto: perché certifica quello che si vede ogni volta che Pedro tocca il pallone. Che questo giocatore, semplicemente, è ancora un fuoriclasse.