Gattuso racconta la malattia all’occhio: “Sto soffrendo, ma non mollo”

Gennaro Gattuso, allenatore della SSC Napoli, è in balia della critica visti gli ultimi risultati raggiunti dai suoi calciatori. Il Napoli pareggia in extremis contro il Torino.

Gennaro Gattuso, allenatore del Napoli, non sta attraversando di certo un periodo positivo. Il suo Napoli non riesce a vincere e le sue condizioni di salute non lo aiutano. Anzi. Il tecnico azzurro è alle prese con un grave e fastidioso problema all’occhio destro che lo attanaglia oramai da diversi anni. Nel post gara della sfida contro il Torino di Marco Giampaolo ha raccontato i suoi ultimi giorni, piuttosto complessi.

gattuso napoli miastenia
Gattuso (Getty Images)

Tutte le news sulla SERIE A e non solo: CLICCA QUI!

Gattuso post Napoli – Torino: “Ho un problema all’occhio”

Intervenuto ai microfoni di Sky Sport nei minuti successivi al pareggio contro i granata, ha raccontato le ultime difficili settimane. Mancanza di risultati in campo e problemi fisici: “Faccio un appello a tutti i ragazzini che soffrono quando non si vedono belli allo specchio. A loro voglio dire che la vita è bella e che bisogna affrontarla senza nascondersi. Nel vedermi così, i miei calciatori hanno sofferto in questi giorni. E poi in giro ho sentito che sono morto e che mi resta un mese di vita. Vi dico di stare tranquilli che io non muoio, sono vivo. Ho una malattia immune che si chiama miastenia. Ringrazio chi mi cura. Oramai ne soffro da dieci anni, questa volta mi ha preso forte. Passerà, anche il mio occhio tornerà a posto”.

LEGGI ANCHE >>> Serie A, la cronaca di Napoli-Torino 1-1

Poi prosegue: “Ho sofferto, vedo doppio da un occhio, è difficile anche stare in piedi. Solo un matto come me può stare in piedi con un problema come questo. Non mi piace avere momenti così, io vorrei essere sempre sul pezzo, ma devo accettare questa condizione. Nella vita c’è di peggio. Io per fortuna faccio quello che mi piace, che è la mia vita. E se un giorno devo decidere come andarmene, voglio farlo dove ho trascorso una vita, ovvero in mezzo al campo”.