L’Italia, Di Lorenzo e il paradiso della classe operaia

Quattro anni fa era in Serie B, domenica sarà titolare per prendersi l’Europeo con l’Italia: l’incredibile parabola di Giovanni Di Lorenzo

Giovanni Di Lorenzo ha qualcosa di speciale. Nelle gambe, perché esprime una potenza che registrata in kilowatt è superiore alla media di tutti i suoi colleghi calciatori. Nella mente, perché la dedizione che ci mette in tutti gli allenamenti, come puntualmente certifica ogni suo allenatore, mi consente di superare uno step diverso e di alzare l’asticella. Giovanni Di Lorenzo ha, soprattutto, qualcosa di speciale nel cuore. Perché chi non nasce fenomeno ci devi mettere l’anima per arrivare a questi livelli. La strada della classe operaia che va in paradiso è lastricata di calciatori che non sono partiti da settori giovanili importanti o che hanno avuto un inizio di carriera sfavillante.

È una costellazione, invece, di uomini che dimostrano come la dedizione e l’amore per il calcio possano marcare la differenza. Chi non nasce con un talento innato, non può permettersi una vita border line. Ed è per questo che Giovanni Di Lorenzo è un uomo senza eccessi, senza stravaganze, uno che si fa amare da tutti i compagni per la disponibilità e la volontà di mettersi sempre al servizio della squadra.

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Di Lorenzo in allenamento
Di Lorenzo (Getty Images)

In finale con l’Italia: Di Lorenzo ed il riscatto della provincia

Il 30 agosto del 2017 firmava con l’Empoli, in precedenza Reggina e Matera erano state le prime tappe di quella che avrebbe potuto essere una buona carriera, ma una di tante. La promozione in Toscana, l’approdo al Napoli, le tante critiche superate che nascono dall’essere marchiato. Perché se arrivi dalla provincia ed è lì che hai fatto la gavetta, allora sei un provinciale, sei un operaio del pallone vieni visto con la classica puzza sotto al naso di chi ammette solo la nobiltà in questo sport.

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Di Lorenzo è arrivato in Nazionale, anche in questo caso, tra lo scetticismo generale. Ed anche tra le critiche di chi non gli ha perdonato ogni quarto errore. Ora, tutti a rincorrerlo negli elogi: per fortuna, essere operaio di questo sport ti tempra, fino in fondo. E Di Lorenzo saprà essere impermeabile agli occasionali del complimento, quelli che guardano il calcio con un occhio così il distratto che farebbero meglio a rivolgere altrove la propria attenzione.