Roma, senti Beto: “Sergio Oliveira, che orgoglio. E su Mourinho…”

Una Serie A che comincia a parlare sempre più portoghese, da qui la nostra intervista al portiere Beto per conoscere meglio il mondo lusitano.

Chi l’avrebbe mai creduto che in Italia si sarebbe cominciato a parlare il portoghese con una certa frequenza? La parentesi di Cristiano Ronaldo alla Juventus, simbolo internazionale del calcio, è stato soltanto la punta dell’iceberg di una realtà che attraversa più squadre di Serie A. Basti pensare che l’acquisto più imponente del calciomercato di gennaio della Roma è stato Sergio Oliveira, centrocampista acquistato dal Porto, mentre il Venezia ha regalato a sorpresa il colpo Nani, un campione di quasi tutto ciò che un club può ambire a conquistare.

Beto in campo
Beto, Portogallo (Getty Images)

Sulla stessa falsariga ha camminato in carriera il portiere Beto, che ha indossato le uniformi, tra le tante, di Porto, Siviglia, Sporting Lisbona e chiaramente della Nazionale portoghese. Con la Seleçao ha vinto il titolo di campione d’Europa nell’edizione 2018-19 ma indubbiamente gli anni che lo hanno consacrato sono quelli col Siviglia. Beto, infatti, è stato protagonista delle tre Europa League consecutive e, sommate a quella ottenuta col Porto, ha eguagliato il record di 4 di José Antonio Reyes, Kevin Gameiro e Vitolo.

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Beto in Portogallo-USA
Beto, Portogallo-USA (Getty Images)

L’Europa League, Mourinho e Sergio Oliveira: Beto racconta

Il para-rigori. Così spesso è stato definito Beto per la sua abilità a neutralizzare i tentativi avversari dal dischetto. Chi può dimenticare, Unai Emery sicuramente no, che nel 2014 le due parate nella finale di Europa League del Siviglia contro il Benfica valsero il titolo per gli andalusi? Un’emozione indimenticabile per il portiere portoghese, che racconta così in esclusiva a serieanews.com: “È stato uno dei giorni più felici e intensi della mia carriera, senza dubbio. Avevamo una squadra forte e unita, con tanta voglia di vincere trofei e con a capo un allenatore con la stessa fame di vittorie”.

D’altronde in quel Siviglia si poteva fare affidamento su Coke, Ivan Rakitic, Carlos Bacca… soltanto per fare tre nomi, oltre che su Beto, un record-man. Ha vinto tre Europa League col Siviglia e una col Porto. Quelle squadre dovevano per forza avere un segreto. Il portiere lo conferma: “È vero, vincere 4 Europa League è qualcosa di meraviglioso e unico. Ma ciò che ci ha portato a vincere è sempre stata l’unione e la mentalità della squadra. Ho avuto la fortuna di appartenere a squadre con obiettivi chiari per lottare per il titolo, ma ho anche sempre cercato sfide personali”.

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Non solo grandi squadre, anche grandi calciatori. Beto ha potuto condividere lo spogliatoio con Falcao, Hulk e chiaramente Cristiano Ronaldo. Che hanno in comune questi tre grandi attaccanti? A serieanews.com il portoghese spiega: “Sono calciatori diversi tra loro, ma con un punto in comune ovvero una mentalità forte e vincente. Con tutti e tre ho avuto un rapporto eccellente e ho anche appreso da loro”.

Dei tre soltanto CR7 è portoghese come Beto e come due grandi protagonisti del presente della Roma, cioè mister Mourinho e il neo-arrivato Sergio Oliveira, col quale il portiere ha condiviso una parte dell’esperienza al Porto. In merito ai due dice in esclusiva: “In Portogallo sono due nomi importanti del calcio e anche a livello mondiale. È un orgoglio per me vedere Sergio fare dei passi in avanti in carriera e con la enorme sfida di giocare per la Roma. Mi auguro che possa dare una risposta forte e dimostrare il suo valore. Mourinho è diventato uno degli allenatori più vincenti della storia per la sua mentalità e intelligenza, un portoghese in più per il successo nel mondo“.

La carriera di Beto e i piani per il futuro

Beto e Ronaldo durante i Mondiali del 2104 in Brasile
Beto e Cristiano Ronaldo, Mondiali Brasile – Portogallo (Getty Images)

Nel 2014 il Ct Bento convoca Beto per i Mondiali in Brasile. Il calciatore portoghese, allora 32enne, è stato il portiere più anziano a prendere parte alla kermesse internazionale. Nella stagione 2018-19 ancora con i lusitani ha vissuto il momento più importante, ovvero la vittoria degli Europei: “Il punto più alto nella carriera di qualsiasi calciatore è giocare un Mondiale con la propria Nazionale e io ho avuto questo privilegio nel 2014, poi ho vinto anche un titolo con il Portogallo. È stato un qualcosa che mi ha riempito di allegria e mi ha trasmesso la sensazione di aver fatto qualcosa di davvero bello nella mia carriera”.

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E ora che ha 39 anni e un grande passato alle spalle, cosa sogna Beto per il futuro? Il portiere chiude così la sua intervista per serieanews.com: “Sogno di essere felice e di godere di tutto il tempo che non ho potuto dedicare alla mia famiglia e ai miei amici per aver giocato per 31 anni a calcio. Ho cominciato a 8 anni e ho sempre avuto molto chiaro ciò che volevo essere e perciò ho dovuto rinunciare a tante cose. Oggi posso dedicare tempo alla vita in generale e prepararmi già per i nuovi obiettivi, sempre rivolti a migliorare il calcio”.

Insomma, mentalità e garra è ciò che caratterizza indubbiamente i portoghesi, ciò anche l’Italia lo sta scoprendo.