“Mi hanno invitato e poi…”: Superlega, che bordata ad Agnelli e Florentino

Contiuano le poemiche sulla Superlega. Agnelli e Florentino Perez hanno subito una dura bordata da un importante dirigente.

La pandemia ha sicuramente peggiorato ulteriormente la situazione economica dei club, considerando che hanno visto azzerare del tutto i propri ricavi fissi ed aumentare i propri debiti. Questa situazione così gravosa per tantssime società ha certamente accelerato la Superlega, che è ritornato in auge in queste ultime settimane.

Agnelli pensieroso
Agnelli (LaPresse)

A far parte di questo progetto sono rimaste solo la Juventus, Barcellona e Real Madrid. Anche se Laporta, presidente del club catalano, ha rilasciato queste dichiarazioni ai microfoni di ‘RAC 1’: “Il progetto della Superlega va avanti. Ci sono ancora tante squadre inglesi interessate, ma non si espongono perché stanno attendendo le varie sentenze dei tribunali”.

Ceferin ha sempre contrastato fortemente il progetto della Superlega. Il presidente della UEFA ha avuto sin dal primo momento un forte alleato come Al-Khelaifi, che, in un’intervista alla ‘BBC’, è tornato sulla disputa con Barcellona, Juventus e Real Madrid: “Il problema con queste tre squadre è che non hanno stabilità. Non hanno una visione finanziaria a lungo termine”.

Al-Khelaifi con la mascherina
Al-Khelaifi (LaPresse)

Superlega, bordata di Al-Khelaifi ad Agnelli e Florentino Perez: “Hanno negato di avermi invitato”

Il presidente del PSG ha continuato, mandando un’altra bordata: “Avrei potuto accettare il loro assegno di 400 milioni di euro. Mi hanno invitato e poi quando gli ho risposto di no, hanno negato di avermi invitato. Ci deve essere un sistema aperto, dove non possiamo dire ad un club piccolo che è fuori. Il nostro business model rovina il calcio? Il calcio sarebbe crollato senza il nostro fondo di investimento

Al-Khelaifi ha poi concluso il suo intervento: “La gente sta morendo in Ucraina e noi stiamo litigando per la Superlega? Ho parlato con Florentino Perez in occasione della partita di Champions e mi ha riferito ‘dobbiamo arrivare ad un punto con cui possiamo parlare con te’. Sono stato duro con lui, perché gli ho risposto che ero felice di parlare ma solo se non avesse l’idea di fare qualcosa dietro alle mie spalle”.