L’Inter si trasforma: non solo una nuova coppia d’attacco

L’Inter ha disputato un’amichevole contro il Sassuolo in cui ha svelato delle novità tattiche che potrebbero essere utili anche contro il Napoli.

È stato l’ultimo test prima della ripresa, qualche indicazione è venuta fuori anche se per la formazione anti Napoli ci sono ancora tanti ragionamenti da compiere. Bisogna monitorare le condizioni di De Vrij, che ha rimediato un trauma alla caviglia, e capire le decisioni di Simone Inzaghi su Brozovic e Lautaro Martinez. Cambierebbe l’intera spina dorsale, in più è difficile pensare ad un’esclusione di Dumfries, tenuto in panchina per settanta minuti contro il Sassuolo probabilmente per gestione fisica.

Ci sono degli spunti che possono essere preziosi anche per il futuro, a partire dalla coppia d’attacco “pesante” Lukaku-Dzeko, che hanno giocato soltanto 23 minuti insieme in gare ufficiali, nell’assalto di Lecce alla prima giornata, concluso con il gol-vittoria di Dumfries.

Per reggere una forza d’urto del genere, c’è bisogno di alcuni accorgimenti che sono parsi ancora “work in progress” in casa Inter.

Simone Inzaghi riflette
Simone Inzaghi serieanews.com (LaPresse)

Il volto nuovo dell’Inter: Dzeko regista offensivo, Lukaku il “re” degli scacchi

L’Inter non è ancora abituata a Lukaku, che ha giocato troppo poco per riprendersi la squadra: 256 minuti con qualche difficoltà, due gol e un assist. Il passaggio da Conte a Inzaghi nella storia nerazzurra ha rappresentato anche il testimone tra il gigante belga e Dzeko. È stata una rivoluzione copernicana anche nei principi di gioco, l’Inter non è ancora abbastanza registrata per il “panzer” da accompagnare nell’attacco alla profondità ma, invece, strutturata con un centravanti che funge da regista offensivo come fa magistralmente Dzeko.

Calhanoglu nel ruolo di play non è una novità assoluta, di fatto è una delle soluzioni adottate con maggiore frequenza per sostituire Brozovic. 

Le novità del Mapei Stadium coinvolgono altri giocatori. Dzeko sosteneva spesso la squadra spalle alla porta mentre Lukaku, paragonando un po’ il calcio agli scacchi, faceva il re che poteva muoversi un po’ ovunque. Non ha ancora risolto il problema della fiducia sotto porta, come dimostra il gol fallito a porta vuota quando a porta vuota ha colpito Tressoldi. 

Il belga è andato in crescita nel corso della ripresa, ha bisogno di crescere sotto il profilo della condizione, perciò Inzaghi l’ha tenuto in campo più degli altri (84 minuti).

Lukaku ha bisogno di essere sostenuto, deve cercare le triangolazioni, l’ingresso di Dumfries sotto quest’aspetto l’ha aiutato tanto. Quest’asse potrebbe riprodurre la forza devastante che esprimeva l’intesa con Hakimi nella stagione dello scudetto dell’Inter. Nel primo tempo per vie centrali ci ha provato Mkhitaryan.

Barella controlla il pallone
Barella serieanews.com (LaPresse)

Le posizioni di Barella e Bastoni come le “torri” negli scacchi: l’

L’innovazione più suggestiva riguarda i compiti di Barella e Bastoni. Entrambi facevano un po’ come le torri negli scacchi, erano pronti in posizione più avanzata ad aggredire il pallone e lo spazio.

Barella aveva questo compito in fase di possesso, sfruttando la sua capacità di verticalizzare e la sua gamba anche in caso di transizione negativa, come dimostra lo splendido recupero compiuto su Frattesi e Traorè al 55′.

Se la strategia dovesse funzionare, sull’asse verticale formato da Barella e Lukaku potrebbero venir fuori tante soluzioni offensive. Bastoni ha fatto, invece, la “torre” senza palla, sfruttando la copertura preventiva di Dimarco andava a fare pressing alto. Non è una novità assoluta, si tratta di un meccanismo che il braccetto della difesa a tre compie talvolta anche nelle squadre di Gasperini. Lo fa spesso Toloi sul centro-destra nell’Atalanta.

Così è nato il gol di Dzeko che ha deciso l’amichevole contro il Sassuolo. Il calcio cambia, c’è bisogno di costante evoluzione, l’Inter di Inzaghi non sfugge alla legge del continuo aggiornamento.