Ha lasciato tre gioielli e potrebbe tornare per raccoglierne i frutti. La Juventus riflette sul ritorno di chi, silenziosamente, ha fatto guadagnare più di 100 milioni. Tra nostalgie e strategie, la rifondazione comincia fuori dal campo
La Juventus che si prepara alla prossima stagione non è semplicemente un cantiere aperto: è un vero cambio di pelle. In campo, certo. In panchina, quasi sicuramente. Ma soprattutto ai piani alti, dove le decisioni contano quanto – e forse più – dei gol.
La partenza imminente di Francesco Calvo, pronto a volare in Premier League per un nuovo incarico all’Aston Villa, apre una serie di caselle da riempire. A cominciare da quella che potrebbe essere occupata da un volto familiare e carismatico: Giorgio Chiellini. L’ex capitano, per ora rimasto in seconda fila, potrebbe presto diventare uno dei volti forti del nuovo corso juventino. Non solo come simbolo, ma come figura chiave nelle dinamiche sportive e politiche del club.
Per i tifosi bianconeri, il ritorno al centro di Chiellini è quasi un desiderio collettivo. In un anno in cui la Juve ha spesso dato la sensazione di non contare abbastanza nei corridoi che contano – quelli federali, quelli mediatici – una figura come la sua aiuterebbe a ridare peso e voce a un club che storicamente ha saputo farsi sentire.
Del resto, l’addio di Calvo lascia vacante anche il posto da consigliere federale in Figc. E chi, meglio di un uomo come Chiellini, può incarnare quella combinazione di autorevolezza, esperienza e juventinità che serve per rappresentare il club ai tavoli che contano? L’ad Maurizio Scanavino, su questo, ha lasciato uno spiraglio importante: «Sta lavorando molto bene, sicuramente può crescere. Per la prospettiva futura diamo tempo al tempo».
Juve, può tornare Tognozzi: ha scoperto Yildiz, Huijsen e Soulé
Ma se il volto di Chiellini rassicura e unisce, c’è un altro ritorno che stuzzica la fantasia degli addetti ai lavori. Non è Frederic Massara, che sembra per il momento solo una voce. Quello di Matteo Tognozzi, che ha appena lasciato il ruolo di ds al Granada ma con un passato bianconero tutt’altro che banale. Un nome che circola con insistenza per affiancare Cristiano Giuntoli nel lavoro di costruzione della nuova Juve.
Per qualcuno è “un semplice dirigente in ascesa”, per altri è molto di più: è l’uomo che ha scovato tre asset che hanno portato e porteranno tanto al bilancio della Juventus. Da Soulé, venduto per 30 milioni alla Roma, a Huijsen, il grande rimpianto bianconero venduto a 15 e che ora vale 60, fino a Yildiz, la gemma turca che incanta e che ha estimatori disposti a offrire cifre superiori ai 60 milioni.
Tre nomi, tre intuizioni, un potenziale che – sommato – potrebbe superare i 100 milioni di euro in valore di mercato. E di Huijsen abbiamo calcolato solo il prezzo di vendita, altrimenti avremmo conteggiato anche di più. Potrebbe essere lui il supporto che serve a Cristiano Giuntoli, che non sarà più plenipotenziario nella gestione del potere della Juve sul mercato, anzi potrebbe finire parecchio ridimensionato da questo importante rimpasto.
La sensazione è che la Juventus stia cercando di riscoprire le sue radici, ma con lo sguardo rivolto al futuro. La scelta di Tognozzi, se confermata, sarebbe in linea con un progetto basato sulla valorizzazione del talento e sulla sostenibilità. Il legame affettivo con il club, unito alla competenza già dimostrata, lo rendono un candidato naturale per rientrare a Torino. Non da comprimario, ma da protagonista.
In attesa di conoscere l’allenatore che guiderà la squadra nel prossimo campionato, la Juve sta già muovendo le pedine più importanti lontano dal campo. E a volte, quelli che partono per ultimi sono proprio quelli che sanno far quadrare i conti meglio degli altri.