In Italia non giocano i giovani? Questa statistica smentisce totalmente la tesi

Una grafica pubblicata su Facebook racconta una verità diversa da quella che si sente in tv. I numeri, a volte, parlano molto più chiaro delle opinioni 

Francesco Camarda esulta dopo il primo gol con la maglia del Milan, che poi purtroppo gli fu annullato
In Italia non giocano i giovani? Questa statistica smentisce totalmente la tesi (AnsaFoto) – serieanews.com

Ogni volta che nasce un talento precoce in giro per l’Europa, scatta il solito riflesso condizionato: “Eh, se fosse nato in Italia starebbe ancora in Primavera, o al massimo in panchina in Serie C”. Una frase che va bene per tutte le stagioni. Come la camicia bianca o il brodo di carne.

E in effetti il sospetto che qui si faccia più fatica a lanciare i giovani non è infondato. Lo dicono i numeri, ma anche il nostro modo di vivere il calcio, spesso impastato di ansie, paura di sbagliare, e quella sindrome da curriculum che vuole l’esperienza anche quando l’esperienza non può esistere.

Ma proprio quando il coro sembra unanime, capita che qualcuno si fermi, si faccia due conti e scopra che il disco è un po’ rigato. In questo caso a smontare il cliché ci ha pensato Francesco F. Pagani, che sulla sua splendida pagina Facebook “Sciabolata Morbida” ha pubblicato un grafico semplice e micidiale. Di quelli che non urlano, ma azzittiscono.

Il punto di partenza è chiaro: nel 2023 tutti a citare Lamine Yamal. A 16 anni era già titolare nel Barcellona e nella Spagna, un fenomeno che poi ha dimostrato di essere un top mondiale. E quindi giù con le sentenze: “In Italia non giocherebbe mai”.

Il problema è che Yamal non è la regola, è l’eccezione. Anzi, a voler essere precisi, lo scorso anno in tutta la Liga nessun altro classe 2007 oltre a lui e all’altro fenomeno Pau Cubarsì ha messo piede in campo. Nemmeno un minuto. Zero assoluto.

E se questo era vero per i 2007 lo scorso anno, Pagani si è chiesto: e oggi, quanti 2008 stanno giocando nei 5 principali campionati europei? Il risultato è tutto nel grafico che vi proponiamo a margine. E la risposta sorprende.

Camarda e Ahanor eccellenze europee fra i 2008. Meglio solo la Ligue1

Davanti a tutti c’è la Ligue 1, che da tempo ha preso una certa confidenza con i giovani. In Francia, infatti, sono ben cinque i classe 2008 che hanno trovato spazio in campo, con il primatista Ibrahim Mbaye a quota 340 minuti. Totale complessivo: 746 minuti.

Honest Ahanor del Genoa, talento classe 2008
Camarda e Ahanor eccellenze europee fra i 2008. Meglio solo la Ligue1 (AnsaFoto) – serieanews.com

E subito dopo, senza troppo stacco, arriva la Serie A. Con un totale di 501 minuti, distribuiti tra Honest Ahanor (270’), il golden boy Francesco Camarda (206’), Thomas Campaniello (25’) e Matteo Palma (5’). Non sono cifre da capogiro, per carità. Ma nemmeno trascurabili, soprattutto se confrontate con i numeri degli altri campionati.

La Premier League si ferma a 7 minuti. La Bundesliga a 1. E la Liga è ferma a zero. Nessun 2008 ha messo piede in campo quest’anno nel campionato che tutti considerano un paradiso per i giovani.

Pagani lo scrive chiaro: nessuno nega che in Italia ci sia una certa ritrosia culturale, un’ansia diffusa nel dare fiducia ai ragazzi troppo presto. È un fatto, ce lo portiamo dietro da decenni. Ma non è vero il contrario. Non è affatto detto che altrove si giochi di più. O meglio: non è affatto detto che uno come Ahanor o Camarda, altrove, avrebbe giocato di più.

 

 

E forse, a guardar bene, è proprio questa la riflessione che serve: smettere di rincorrere i miti altrui e iniziare a valutare meglio quello che si fa – e che si fa anche bene – a casa nostra.

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