“La Serie A è di nuovo a rischio chiusura”, torna l’allarme covid

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, paventa l’ipotesi di uno stop del campionato per via del Coronavirus

Mancano pochi giorni al triste anniversario di ‘un anno di Pandemia‘. Era il nove marzo del 2020 quando si giocò Sassuolo-Brescia, dove Ciccio Caputo quando segnò mostrò il cartello ‘andrà tutto bene. Restate a casa’, partita poi terminata con il risultato di 3-0 a favore dei neroverdi.

Anche il mondo del calcio è stato pervaso dalla Pandemia,  le partite senza pubblico è come se fossero delle tavole imbandite per Natale ma senza pietanze nei piatti perché l’emozioni che fa provare uno stadio pieno sono irripetibili.

E’ trascorso un anno e cosa è cambiato? Nulla o quasi. Il campionato va avanti, match tutti giocati a porte chiuse, ma anche il Covid prosegue a viaggiare tra di noi. Ci sono state varie fasi: dal lockdown totale, dal liberti tutti dell’estate, alla seconda ondata e adesso alla terza contraddistinta dalle ‘varianti’.

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Stadio Diego Armando Maradona vuoto
Stadio Diego Armando Maradona (Getty Images)

”Le trasferte delle nazionali potrebbero far aumentare i contagi tra i calciatori”

Anche nel nostro campionato stanno aumentando i casi: dal focolaio scoppiato in casa Torino alle varie positività di Bentancurt, Zaniolo, Provedel,  Koulibaly e Ghoulam.

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Come paventa il Corriere dello Sport, tramite le parole del proprio direttore Ivan Zazzaroni, la Serie A rischierebbe un nuovo stop: ”A fine mese sono in programma decine di partite di qualificazione ai Mondiali 2022. Questo significa che i nostri club dovranno mettere a disposizione delle nazionali i loro giocatori migliori ed è necessario porsi più di una domanda sui rischi che le trasferte, non solo quelle intercontinentali, comportano”.

Per il giornalista l’unica soluzione per scongiurare il pericolo è: ”Da più parti sento ripetere, pur se ancora a bassa voce, che di fronte ai recenti e costanti allarmi l’ipotesi della sospensione della serie A torna d’attualità. Imponendo il rispetto assoluto del protocollo. Un protocollo che, aggiungo, dovrebbe essere aggiornato per ridurre ulteriormente rischi vecchi e nuovi, da quello del contagio a quello delle Asl”.