Osimhen alla Juventus è un incastro perfetto, almeno sulla carta. Ma il pezzo centrale del puzzle ha un nome che fa tremare le trattative: Aurelio De Laurentiis. La partita vera, forse, non è nemmeno iniziata
Nel calcio, come nella vita, ci sono cose che si possono dire e cose che si devono solo intuire. Una di queste, ultimamente, è che tra un certo centravanti e una certa squadra del Nord sta nascendo qualcosa. Un interesse, un’attrazione. Forse anche un’idea fissa. Di quelle che, quando ti entrano in testa, è dura farle uscire.
Dall’altra parte, chi guida il mercato ha lo sguardo di chi ha già fatto i conti. Sa dove vuole arrivare. E sa anche quanto sia complicato, ma non impossibile. Perché certe operazioni non si fanno a parole. Si costruiscono in silenzio, pezzo per pezzo, magari anche sfidando logica e convenienza. E in questo, c’è un dirigente che sa il fatto suo.
Cristiano Giuntoli non è tipo da nostalgia. Ma conosce benissimo certi uomini e certe dinamiche. E sa che la volontà, in queste storie, è un’arma potente. Se un giocatore vuole davvero una squadra, può diventare un alleato prezioso. Specie quando il club che lo detiene è noto per le sue rigidità. Sì, perché qui il punto dolente è un altro: il Napoli.
C’è un precedente che fa tremare le vene ai tifosi: un altro attaccante, un’altra estate, un altro passaggio a Torino: Gonzalo Higuaìn. Stavolta il trauma sarebbe doppio, perché l’attaccante in questione non se ne vuole andare e basta. Vuole proprio la Juventus. E per chi conosce i rapporti recenti, sa che la cosa ha quasi del clamoroso.
Osimhen vuole la Juve: il muro di De Laurentiis e la possibile “guerra”
Victor Osimhen ha già deciso di voltare pagina. Il Napoli gli ha dato tanto ma ormai il rapporto – quello con “lui”, il presidente De Laurentiis – è andato in frantumi. E la Juve è una destinazione che intriga, che convince. Non solo per la maglia, ma anche per chi la gestisce. Con Giuntoli ha avuto un rapporto forte, diretto. E se davvero si farà, sarà anche grazie a questo legame.
Ovviamente, c’è un ostacolo. Uno bello grosso. Si chiama Aurelio De Laurentiis. Il presidente ha già fatto sapere – a modo suo – che non intende trattare con la Juve. Anche perché la famosa clausola da 75 milioni non è affatto valida per le italiane. E questo cambia tutto.
In teoria, dalla Juventus potrebbe anche arrivare un’offerta da capogiro. Ma De Laurentiis, se vuole, può dire semplicemente “no”. E chiudere la porta. La storia insegna che ADL non è uno che cede facilmente alle pressioni. Neanche se arrivano dal giocatore. Neanche se in ballo ci sono tanti zeri.
E allora? Allora si apre lo scenario più estremo. Quello in cui è Osimhen a fare muro. A rifiutare tutto il resto. A bloccare ogni uscita. Un “o la Juve o resto qui” che suona quasi come un aut aut. Una mossa disperata, ma legittima. Perché, in fondo, nessuno può obbligarti ad accettare un trasferimento.
Il problema è che questo giochetto lo fai solo se sei sicuro di reggere lo scontro. Perché De Laurentiis, se provocato, è capace di portarti in tribuna per mesi. Lo ha fatto in passato. E anche a costo di perdere soldi, preferisce mantenere la sua posizione. Per questo, la trattativa Juve-Osimhen è una specie di partita a scacchi. Ogni mossa può essere decisiva.
Ma la verità è che – in mezzo a clausole, silenzi e strategie – resta un fatto semplice: la Juve lo vuole. E lui vuole la Juve. Tutto il resto è ancora da scrivere.