Una chiamata che sa di passato e una sfida che guarda al futuro. Nell’azzurro che si colora di incertezze, anche i trent’anni contano meno dell’istinto. Dentro una lista ampia ci si gioca più di un posto: c’è chi sogna l’ultima corsa. E c’è chi potrebbe davvero sorprendere
L’idea sembra quasi venuta fuori da una chiacchierata al bar. Di quelle in cui si buttano nomi a caso, si ride, e poi, a pensarci bene, ci si fa anche seri. Ma stavolta a farci un pensiero vero pare sia stato Luciano Spalletti. Uno che, prima di dar credito a certe ipotesi, ci gira intorno parecchio. Eppure, è stato inserito nella lista dei preconvocati per le sfide contro Norvegia e Moldova c’è. Non succedeva da mesi, eppure eccolo lì.
Francesco Acerbi è stato protagonista nell’Italia che ha vinto gli Europei 2021 con Bonucci e Chiellini, ma manca in azzurro da Ucraina-Italia, novembre 2023. Zero a zero. Ultimo sussulto di un anno complicato. In mezzo, un’assenza silenziosa, neanche troppo sorprendente dopo l’esclusione dalla tournée americana di marzo. Ufficialmente fu una scelta tecnica. Ufficiosamente, le parole su Juan Jesus avevano creato un fastidio di troppo.
Quando di recente è stato sollecitato sul nome di Acerbi, Spalletti ha replicato con una battuta secca: “Ma sapete quanti anni ha?”. Ecco, trentasette. Però c’è modo e modo di invecchiare. E Acerbi invecchia bene, tipo quei difensori che sanno sempre dove mettersi anche quando il fisico non regge più come una volta.
Poi c’è Haaland. E c’è Sorloth. E c’è il calendario che dice “Norvegia a Oslo”, mica un’amichevole estiva. Serve qualcuno che abbia già guardato negli occhi certi mostri. E che magari, come successo in City-Inter, sia riuscito pure a tenerli a bada. Ora, che la preconvocazione diventi convocazione ufficiale, è un altro paio di maniche. Le nuove regole FIFA impongono liste larghe per gestire meglio gli imprevisti. Spesso ci finiscono dentro anche nomi di garanzia. Ma è chiaro che un’idea, il CT, ce l’ha.
Non solo Acerbi: le idee del ct Spalletti per la Norvegia
La verità è che dietro non navighiamo nell’abbondanza. Gatti, che la Juve sta per blindare, rientra però da un infortunio pesante. Buongiorno è acciaccato, Calafiori ha appena ricominciato a mettere minuti. L’Italia titolare – Di Lorenzo, Bastoni, Calafiori – ha tecnica e palleggio, ma soffre nei duelli. Acerbi, per assurdo, offrirebbe una soluzione più “sporca” ma rassicurante.
E poi c’è quella vecchia sintonia con Bastoni. Se rientrasse lui, Calafiori potrebbe perdere il posto. Una scelta che sarebbe più filosofica che tecnica: meno costruzione dal basso, più copertura. Ma anche meno futuro? Difficile dirlo. Eppure la sensazione è che Spalletti, in questi giorni, stia valutando tutto. Anche un colpo di teatro.
Acerbi però non è l’unica variabile in gioco. La lista dei nomi è lunga e le sorprese non mancano. Gabbia è tornato nel radar, Comuzzo osservato speciale. A centrocampo, Mandragora ha convinto più di una volta e potrebbe essere utile per cambiare pelle alla partita. Casadei resta un’opzione solida contro la fisicità nordica, mentre Politano è stato confermato nel ruolo di esterno a tutta fascia, davanti a Bellanova.
In attacco, c’è abbondanza ma anche qualche interrogativo. Retegui, Kean, Raspadori, Zaccagni e Maldini sono le certezze. Poi c’è Lorenzo Lucca, che per stazza e gioco aereo potrebbe diventare un’arma utile. E infine, l’idea più suggestiva: un’ultima chiamata per Orsolini, reduce da una stagione a doppia cifra, anche se tatticamente non è il prototipo perfetto per questo modulo.
La lista ufficiale arriverà il 30 maggio. Portieri blindati (Donnarumma, Vicario, Meret), difesa ancora tutta da decidere. Tra Acerbi, Gabbia e Comuzzo si gioca un posto, forse due. Ma molto dipenderà anche dalle condizioni fisiche degli altri, e dall’umore con cui Inter e Juve usciranno dal rush finale di stagione.
Riusciremo a star sopra questa squadra qua nelle qualificazioni ai Mondiali? pic.twitter.com/SqSC8PNfoR
— Do (@domieffe) March 23, 2025
Contro la Moldova il turnover sarà fisiologico. Ma la partita che conta davvero è a Oslo. Lì ci si gioca tutto. La Norvegia è partita forte, sei punti in due partite, in questo inizio anomalo nel quale l’Italia non ha ancora esordito mentre le altre hanno già abbondantemente giocato. E nel girone va al Mondiale solo la prima. Per la seconda, restano gli spareggi. Ma chi li ha già vissuti, come Spalletti, sa bene che non portano quasi mai buone notizie.