Caro Draghi, ridai “dignità” alla serie A

Il Governo Draghi è nato da poche ore, tra le tantissime questioni da affrontare ci saranno anche le richieste del calcio in difficoltà. Una delle più importanti riguarda la cancellazione del Decreto Dignità.

Non c’è il Ministro dello Sport come nel precedente esecutivo, bisognerà capire chi avrà la delega tra Fabiana Dadone, ministro delle politiche giovanili, e Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio come nel caso di Giorgetti nel primo Governo Conte. Toccherà al presidente Draghi garantire che le esigenze del mondo del calcio siano ascoltate.

Il Decreto Dignità vieta ogni forma di pubblicità diretta e indiretta riguardanti le scommesse. Per effetto di questa regola, i bookmakers, legati in un certo senso al gioco d’azzardo, non possono sponsorizzare le società sportive. Nessuna azienda del settore, infatti, è più presente sulle maglie delle squadre in nessuna categoria del calcio italiano.

Sono vietati anche i cartelloni pubblicitari a bordo campo e addirittura anche gli intermezzi nell’intervallo delle partite trasmesse dalle pay-tv, con gravi danni agli introiti per tutto l’indotto.

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Il Decreto Dignità ha tolto 200 milioni al calcio già afflitto dalla pandemia

Il calcio italiano è afflitto dalla pandemia, ci sono tanti club che fanno fatica a pagare gli stipendi, i danni relativi alle partite senza pubblico e al crollo delle sponsorizzazioni sono pesantissimi: si parla di 720 milioni di euro.

Le istituzioni del pallone, sin dalla scorsa primavera, quindi dai giorni dell’incubo lockdown, hanno richiesto la cancellazione del Decreto Dignità che in un momento drammatico ha generato 200 milioni di danni.

Facciamo qualche esempio: la Roma ha perso 15,5 milioni di euro dall’accordo con Betway, la Lazio non ha potuto rinnovare l’intesa con Marathonbet, per il Milan la partnership con Star Casino avrebbe generato 1 milione a stagione mentre l’Inter avrebbe ricevuto da Bwin 1,1 milione per l’annata 2019-20.

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Il calcio rappresenta un asset economico fondamentale per il Paese, una fonte d’introiti essenziale per il fisco e con il suo contributo aiuta tutto lo sport italiano.

Altro che aiuti fiscali o rinvii delle scadenze di pagamento, il mondo del pallone ha bisogno che il Governo Draghi cancelli subito una legge inutile, dannosa, che ha spostato verso altri Paesi risorse importanti. Un compromesso di alto profilo potrebbe essere almeno la sospensione per 12 mesi del divieto di pubblicità per le scommesse sportive.

scommesse sportive
bet 365 (Getty Images)

Il Decreto Dignità ha anche fallito: le scommesse sportive sono aumentate

Il proibizionismo non ha mai funzionato, figuriamoci se può dare risultati l’idea ipocrita di vietare la pubblicità, come se chi volesse scommettere non sapesse della possibilità di farlo senza la sponsorizzazione sulle maglie.

Il Decreto Dignità è fallito già nel pensiero ispiratore e lo dicono anche i numeri: le scommesse sportive sono aumentate del 17,6% passando da 1.028,3 milioni a 1.208,8 milioni. Il boom è avvenuto soprattutto per quelle on-line (+21,8%), che dovevano essere le più colpite dall’idea del primo Governo Conte.

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Per combattere la ludopatia la strada maestra non è “oscurare” le scommesse sportive ma realizzare una battaglia culturale, educativa, stimolare la coscienza nell’utilizzo delle proprie risorse per combattere la dipendenza mentale dal gioco.

Le priorità di Draghi sono la campagna di vaccinazioni e il recovery plan ma ascolti anche il pallone: cancelli il decreto dell’ipocrisia, restituisca al calcio un po’ di dignità.