Il giorno in cui è cambiato il destino del Milan

C’è una data precisa nella quale è cambiato il destino del Milan, primo in classifica e vera sorpresa di questo inizio di campionato

Cos’è la sconfitta? Da venti partite, il Milan non lo sa. La sua cavalcata è invidiabile. I segreti? La forza di Ibrahimovic, la crescita dei singoli, la conferma di Pioli. Forse è questo il dettaglio principale. C’è una data, precisa, che ha cambiato il destino del Milan: 21 luglio 2020. Erano i giorni di Rangnick: si attendeva solo l’annuncio ufficiale, si costruiva sui quotidiani il progetto del futuro, l’undici base, le idee del nuovo tecnico-manager, le curiosità dell’uomo.

Era tutto pronto per voltare pagina, anche se in campo la squadra correva forte, vinceva, convinceva. Pioli stava facendo un ottimo lavoro ma continuava a essere considerato un traghettatore. Un buon tecnico, una brava persona, un professionista serio. Ma al Milan serviva di più. Serviva svoltare. Poi, appunto, la svolta. Inaspettata ma di buon senso: Pioli resta.

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Pioli resta al Milan e fa felice anche Ibrahimovic

Il 21 luglio, ecco il colpo di scena: Pioli viene confermato e, ovviamente, salta Rangnick. I messaggi del campo condizionano le scelte della scrivania. Il Milan si fida di Pioli, vuole dare fiducia a un progetto iniziato per caso e divenuto interessante. La squadra vola, sa giocare a calcio, ha una sua identità. Ibrahimovic trascinatore fa la differenza. Non è solo una guida, ma anche un goleador.

Napoli Milan gomitata Ibrahimovic
Ibrahimovic (Getty Images)

Ha 39 anni ma ne mostra di meno. Ha la fame dell’età d’oro. Ha l’impulso del killer e il cuore dei generosi. Ma, in piena estate, ha dubbi sul futuro. Potrebbe anche andare via. La conferma di Pioli ha il suo peso, lo convince a restare. Ibra sa che insieme si può andare oltre. Il primo obiettivo del nuovo anno è rendere gli indizi conferme. Il Milan vuole dimostrare a tutti che la striscia di risultati utili consecutivi della scorsa stagione non è solo figlia di un’annata ormai compromessa o di un calcio senza stimoli o mordente.

Primo posto e Zlatan trascinatore: la cura Pioli funziona

Quattro mesi dopo, la scelta della società si è rivelata vincente. Pioli sta facendo non bene, di più. Ha saputo confermarsi, la squadra è in crescita e non sa cosa voglia significare perdere. Non lo fa da troppo tempo. In Serie A è al primo posto, Ibra ha segnato più di tutti (10) e la squadra gioca a occhi chiusi, c’è intesa tra i reparti, i calciatori sono sincronizzati, predisposti al sacrificio. In campo si divertono. Ibrahimovic lega i fili. La sua presenza è fondamentale: si è caricato la squadra sulle spalle, ha dato fiducia ai più giovani, ha fatto crescere i singoli. Con lui sono tutti migliorati. E anche se Bonera frena, lo scudetto, ora, è molto più di un sogno. Con Ibra in squadra non puoi porti limiti.

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